detto “Gianni”

1982

 

 

Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, era giovane e bello. Fin da piccolo era stato cresciuto, allevato, abituato ad essere giovane e bello, e, in quanto tale, coccolato, ammirato, stimato, venerato. Da tutti.

Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, crebbe così nella bambagia del suo essere giovane e bello, e nella convinzione che tutto fosse rinchiuso in quel suo essere giovane e bello.

Per evitare che il tempo e gli sguardi invidiosi della gente lo potessero deturpare, Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, si procurò di andare in giro ancora giovane con il volto coperto da una maschera.

“Sono troppo bello” aveva pensato “per poter permettere alla realtà di contaminarmi”. E così aveva fatto di beltà, virtù: cominciò ad andare in giro con una maschera perché nulla potesse mai nuocergli.

La gente lo guardava ammirata perché immaginava che lì, sotto la maschera, c’era lui: Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, giovane e bello.

Gli uomini erano gelosi mentre le donne facevano a gara per concederglisi perché, sebbene nessuno sapesse più come realmente fosse fatto Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, egli doveva essere veramente giovane e bello per andare in giro con una maschera.

Nel suo vivere quieto e sereno, Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, aveva preso l’abitudine di sfilacciare, cancellare, modificare la propria storia, la propria vita passata, prendendo da essa solo ciò che più gli poteva fare comodo, cancellando o quanto meno modificando tutto quello che non gli appariva interessante.

Passarono gli anni. Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, giovane e bello, giunse al tempo in cui l’uomo, spinto da chissà quale istinto, sente il bisogno di mettere la testa a partito così si decise di sposarsi e di avere magari anche dei figli.

Perciò, Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, si mosse a togliersi la maschera perché se moglie voleva ad ella si doveva mostrare a naturale beltà.

Tragico fu l’epilogo dell’amara vicenda di Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, giovane e bello: non più volto egli aveva, non più beltà, né gioventù. La maschera, il menare la propria vita, la propria storia con tagli e cuci di ogni genere, gli aveva tratto via volto e identità. E con essi, favella, ricordo, coscienza di sé.

Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, si rimise la maschera e, muto quanto privo di ragione, cominciò a vagare per il paese cogliendo granelli di polvere dagli stipiti delle porte.

Grottaglie Giovanni, detto “Gianni”, finì pazzo in un manicomio, cercando di ricostruire quello che, con la sua stoltezza, aveva distrutto, suonando le dita, sciorinando i pensieri e cercando di dare un senso al puzzle della vita.

Il silenzio intanto lo divorava.  In silenzio, naturalmente.

 

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